Nazionale, facciamo il punto della situazione.

 Una nazionale che non sembra aver ancora trovato una quadra, con Spalletti che sta dimostrando evidenti difficoltà e una confusione che poche volte gli avevamo visto nella sua carriera. Quando mancano le stelle è la squadra a fare la differenza, ma quest'Italia sembra non averle entrambe.

A pochi giorni dell'ennesima delusione negli ultimi anni per la nazionale italiana, eccezion fatta per lo straordinario europeo del 2021, ci si interroga per capire quali sono i temi principali che portano gli azzurri ad avere così tante difficoltà. I problemi dell'Italia, lo sappiamo, non nascono da Spalletti ed il suo staff, tant'è che l'ultimo mondiale che abbiamo giocato risale al 2014, più di dieci anni fa, ma nascono da lontano con una gestione imprecisa e delle scelte incomprensibili. La scelta dell'ex allenatore del Napoli per molti sembrava la scelta perfetta per risollevare la nazionale, ma la realtà ad oggi è un'altra: errori nelle convocazioni, nelle formazioni e un gruppo che in un primo momento ha fatto fatica a comprendere i dettami tattici del CT. Dopo l'Europeo disastroso, finito agli ottavi contro la Svizzera, qualche segnale incoraggiante si era intravisto, nella partita al Parco dei Principi contro la Francia o nei primi sessanta minuti contro il Belgio (prima dell'espulsione di Pellegrini); contro la Germania era il vero grande test e l'Italia l'ha fallito. L'ha fallito soprattutto per l'atteggiamento con cui ha approcciato le due partite, specie quella di ritorno, e per via di alcune situazioni che la squadra di Spalletti ha sempre sofferto, ma che non è mai riuscita a correggere (vedi le palle inattive). Il primo tempo della sfida di Dortmund ha affossato le già scarse certezze che gli Azzurri avevano ottenuto in questi mesi; tre gol subiti in quarantacinque minuti, uno in particolare in maniera francamente imbarazzante, ma più in generale una prestazione poco comprensibile come sono state incomprensibili alcune scelte di formazione (vedi Maldini). In questa tempesta però bisogna riuscire a guardare oltre la delusione e lo sconforto, e bisogna provare a vedere i lati positivi di questa squadra che nel primo tempo di giovedì e, soprattutto, nel secondo di domenica ha dimostrato di poter essere competitiva e forte, a patto che metta in campo la massima concentrazione.

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DA DOVE RIPARTIRE PER QUALIFICARSI AI MONDIALI?

Come detto poc'anzi, l'Italia ha dimostrato di avere delle risorse da sfruttare e che potranno essere protagoniste nei prossimi anni. Tra tutti è impossibile non citare Sandro Tonali e Moise Kean, i due migliori della doppia sfida con la Germania. Il primo, in coppia con Barella, può formare un centrocampo tecnico e fisico, che potrebbe dominare anche in Europa. Per quanto riguarda la punta della Fiorentina, come se già non fossero bastati i 15 gol in campionato, ha convinto tutti per voglia e prestazioni, candidandosi come prima maglia d'attacco della nazionale. Nonostante le feroci critiche ricevute, il comparto difensivo è ancora il nostro punto forte, con giocatori di livello mondiale (quali Bastoni, Calafiori e sicuramente anche Acerbi, che si sarebbe meritato una chiamata e avrebbe fatto molto comodo in entrambe le partite). Infine ciò che ha sorpreso di più è la mancata convocazione di Riccardo Orsolini per portare invece Daniel Maldini, il quale ha fatto vedere di non essere attualmente al livello giusto per affrontare questo genere di sfide. 
Il potenziale c'è, i giocatori importanti (anche se non fenomeni, come Musiala) ci sono. Quello che manca a questa nazionale è un'identità e un'idea chiara di dove si voglia arrivare, ma col lavoro e con le scelte giuste potremmo tornare a competere dove l'Italia merita di stare, i Mondiali.

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