INTERVISTA A PIER LUIGI BETTURRI, PRESIDENTE DEL TRASTEVERE CALCIO

 

1.  Nella giornata di ieri abbiamo avuto il piacere di intervistare il presidente di una delle squadre più importanti nel panorama calcistico capitolino: Pier Luigi Betturri, presidente del Trastevere Calcio. Da come si gestisce una società di serie D all'importanza di avere uno stadio di proprietà, ecco ciò che è emerso dall'intervista.
 

1.    Dai cantieri ferroviari al calcio
La sua vita professionale ha attraversato ambiti molto diversi: cantieri, geologia, cultura, musei, architettura naturale.
“Quali competenze o mentalità sviluppate in altri settori le sono servite di più nella gestione di una società sportiva?”

“Rispondo molto semplicemente, tutte le competenze sono state utili per poter far sì che venga gestita al meglio una società come il Trastevere, alcune sono servite sotto alcuni aspetti e altre sotto altri aspetti”

 

2.    Presidenza del Trastevere Calcio
Dal 2012 guida una delle società più identitarie di Roma.
“Qual è stato il momento in cui ha capito che il Trastevere sarebbe diventato un progetto di vita oltre che sportivo?”

“La svolta più importante avvenne nel secondo campionato di Serie D, arrivammo ad un solo punto dal Bisceglie e sfiorammo la Serie C. Li ho capito che il progetto era ambizioso e da dover portare avanti”

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3.    Modello societario
Negli anni avete costruito una società stabile e riconosciuta a livello nazionale, pur militando in Serie D.
“Qual è il segreto per coniugare sostenibilità economica, ambizione sportiva e radicamento nel territorio?”

“Il radicamento aiuta molto, soprattutto il nome. Il nome Trastevere salta all’occhio essendo un quartiere molto frequentato dai turisti e dai romani stessi. Per quanto riguarda la sostenibilità economica è importante essere attenti e precisi in ogni cosa che si fa.”

 

4.    Identità del club
Il Trastevere è spesso definito “la terza squadra di Roma”, ma con una forte impronta popolare.

Quali valori ritiene imprescindibili per mantenere questa identità unica nel panorama calcistico romano?”

“Il Trastevere è unico soprattutto perché ha un impianto sportivo di prim’ordine. Non ci consente di partecipare a campionati di serie C o superiori mentre a livello femminile possiamo fare anche serie A e B. A Roma praticamente nessuno può godere di questa cosa.”

 

 

5.    Rapporto con il calcio giovanile
Il settore giovanile è sempre stato centrale nel progetto trasteverino.
“Qual è la filosofia che guida la crescita dei ragazzi e in cosa il Trastevere vuole distinguersi rispetto alle altre realtà romane?”

“Per primeggiare bisogna fare soprattutto una politica giusta, no raccomandazione e si alla meritocrazia. Se si cede a far giocare qualcuno solo per una sponsorizzazione i risultati non arrivano.”

 

6.    Calcio e comunità
Per Trastevere il calcio è anche identità sociale e culturale.
“Quanto pensa che una squadra di quartiere possa incidere sulla vita e sulla coesione di una comunità?”

“Il Trastevere ha la sua sede e lo store nel rione, in più racchiude anche tanti altri ragazzi del settore limitrofo della città, come Monteverde ad esempio. Trastevere non è più un quartiere residenziale quindi è difficile pescare i giovani dal quartiere stesso.”

 

7.    Calcio femminile
Nel 2024 ha pubblicato Donne al Comando, dedicato alla storia del calcio femminile a Trastevere.
“Che ruolo avrà secondo lei il movimento femminile nel futuro del club?”

“Il movimento femminile è in costante crescita seppur a Roma, ed in generale in Italia, le scuole calcio dove poter portare la propria figlia sono veramente molto poche. è giusto che ci si attrezzi per far sì che chiunque abbia i propri spazi dove poter crescere sportivamente.”

 

Eredità e visione futura
Ha guidato il Trastevere per oltre un decennio, lasciando un’impronta molto forte.
“Qual è il sogno o il progetto che vorrebbe ancora realizzare per il Trastevere Calcio nei prossimi anni?”

“Sicuramente vogliamo continuare a crescere, abbiamo sfiorato il campionato di serie C più volte ma sarebbe quasi nocivo esser promossi in quest’ultimo no avendo un impianto adeguato. Qualora succedesse saremmo costretti a fare come molte squadre che giocano partite in casa a decine di chilometri di distanza e non sarebbe così bello.”



Dall’intervista con Pier Luigi Betturri emerge il ritratto di un presidente che ha saputo trasformare un club di quartiere in un punto di riferimento identitario per l’intero panorama calcistico romano. La sua visione, maturata attraverso esperienze professionali diverse e un forte senso di radicamento territoriale, ha permesso al Trastevere di crescere con solidità, senza mai perdere il legame con la propria comunità. Tra ambizioni sportive, attenzione al settore giovanile e uno sguardo sempre più aperto al movimento femminile, Betturri conferma la volontà di continuare a costruire un progetto sostenibile e autentico.

Il sogno della Serie C rimane sullo sfondo, non come un traguardo da inseguire a ogni costo, ma come una tappa da raggiungere solo quando il club potrà contare su un impianto adeguato e su basi ancora più solide. In un calcio spesso dominato da eccessi e improvvisazione, il Trastevere continua così a rappresentare un modello raro: una società che cresce senza snaturarsi, guidata da un presidente che ha fatto della coerenza e della visione a lungo termine i pilastri del suo lavoro.

 

 

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